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La maggioranza invisibile contro la minoranza visibile e collusa

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Mercoledì 10 dicembre TILT (rete che si batte contro la precarietà e per il reddito minimo garantito) ha organizzato la presentazione del libro, La maggioranza invisibile, che ben racconta, descrive, puntualizza non solo l’analisi sulla crisi ma anche e soprattutto l’esistenza di un “non-corpo” sociale grazie a cui le politiche neoliberiste continuano a governare, anche quando tutte le indagini e tutti i dati empirici dimostrano quanto siano fallimentari per far risollevare un paese, e non solo.

“La maggioranza invisibile è profitto che finisce sempre nelle tasche di qualcun altro, è manodopera qualificata ma a basso costo, è elusione continua delle regole per far galleggiare un paese al collasso” scrive Emanuele Ferragina, autore del suddetto libro. Ferragina parla di tutti quelli che tra noi sperimentano sulla carne viva il peso di questo sistema al collasso, ma in cui una minoranza visibile, composta da tutta la classe dirigente di questo paese – sia essa politica, imprenditoriale ma anche sindacale – nei giorni in cui vengono approvate nuove norme (non riforme perché ci sembra di fare un torto lessicale al termine), è presa a discutere di vecchie e nuove corruzioni. Il male atavico di questo paese, il vero ostacolo agli investimenti, la vera causa degli alti tassi d’astensione è la corruzione, appunto, trasformata in una grande operazione di distrazione di massa. Perché nel frattempo si continua a rendere il mondo del lavoro sempre più “ricattabile”. Si continua a non dare prospettive di investimenti e a segnare duri colpi ad un sistema di welfare già obsoleto, che ora si trasforma sempre di più in una vera e propria apartheid.

Per la maggioranza invisibile non c’è nulla, e sicuramente non c’è quella che per noi sarebbe la priorità e il cardine di un vero processo di riforme: il reddito minimo garantito. Per una parte della maggioranza invisibile c’è anche un peggioramento delle condizioni di vita, visto che nella legge di stabilità viene praticamente annullato il regime dei minimi grazie al quali numerosi freelance riuscivano a sopravvivere con le loro partite iva e in più viene aumentata l’aliquota dei contributi Inps (33%) che saranno costretti a versare. Sono venuti a discutere con noi anche alcuni di loro, i freelance di Acta, che hanno dato vita ad un ‘tweet storming’ verso i parlamentari della commissione bilancio per chiedere di modificare questi capitoli della legge.

Serve un lavoro ben più lungo e diffuso per mettere insieme la maggioranza invisibile, organizzarla e permetterle di avanzare un progetto politico alternativo a quello che ci propongono questo governo e molte delle opposizioni. Ma iniziare a nominarlo questo corpo sociale, diviso, frammentato, disilluso e “cieco”, è un primo passo verso il suo risveglio.

Maria Pia Pizzolante


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