Mentre la disoccupazione giovanile si aggira attorno al 42% e sono circa 2 milioni i giovani che non studiano e non cercano lavoro, le associazioni e gli enti territoriali e nazionali che si occupano in vari settori del sociale arrancano per la carenza di volontari e di fondi a loro disposizione, con il conseguente calo di servizi che questi enti ed associazioni fornivano sul territorio, servizi che non hanno la possibilità di essere rimpiazzati o sostituiti e quindi finiscono per creare un buco grande nella rete sociale.
Questi due problemi che sembrano in apparenza essere lontani e sconnessi tra di loro, in realtà potrebbero presentare una soluzione univoca.
Sono numerose le associazioni che si occupano di volontariato nel sociale, che da qualche anno hanno cominciato a chiedere la riabilitazione del servizio civile obbligatorio. Per quanto l’idea dell’obbligatorietà possa non essere di per sè simpatica, prospetta dei vantaggi innegabili. Visto il grande numero di disoccupati giovani il servizio civile obbligatorio potrebbe non solo essere una soluzione per rivitalizzare nuovamente alcuni servizi e per diminuire i disoccupati ma anche un’esperienza umana e formativa, volta a prendere coscienza di vivere e di fare parte di una comunità e di valorizzare il senso del bene comune in una società sempre più individualista dove troppo spesso regna l’indifferenza e la trascuratezza. Un modo per sensibilizzare le coscienze e risvegliare il senso civico.
Siccome si parla di servizi occorre garantirne la continuità nel tempo e la costanza, per questo si parla di obbligatorietà e non di volontariato, per evitare che da un anno con un altro si abbia un eccesso o una carenza di personale.
Gli enti e associazioni che usufruiscono del servizio civile sono delle più disparate varietà, e vanno dal WWF a Legambiente, da associazioni che si occupano di disabili e anziani alla protezione civile, offrendo così una vasta scelta a seconda delle proprie attitudini. Ovviamente badando bene a distribuire in maniera omogenea la forza lavoro.
Per attuare ciò occorrerebbe una seria politica del governo volta a finanziare e sostenere il progetto ed in sede Europea una vera politica di finanziamento ed incentivo di attuazione.
Alcuni paesi come la Francia hanno già mosso i primi passi in questa direzione annunciando che da giugno chiunque fará richiesta di partecipare al servizio civile potrà farlo (129mila posti) mirando decisamente all’istituzione di un servizio civile universale e secondo un sondaggio ben 8 Francesi su 10 sarebbe favorevole ad un servizio obbligatorio.
Invece in Grecia,Svizzera, Austria il servizio civile è obbligatorio, segno della sua reale fattibilitá. Segno che spetta solo ad una volontà politica nazionale ed europea attuarlo.